Audio – Spotify chiude le stations. Il test non ha dato i risultati sperati

Evidentemente il pubblico preferisce ancora la radio originale

Le Stations, l’operazione speciale di Spotify per invadere il territorio della Radio è fallita. Doveva essere una guerra lampo, invece si è trascinata per quattro anni. Nel 2018 l’OTT aveva annunciato la sua decisione di lanciare un attacco diretto al medium radiofonico con Spotify Stations, il suo spin-off per ascoltare in modo precompilato la propria musica. Iniziativa poi concretatasi nel 2019 in pompa, più o meno, magna.

La (poca) sostanza del progetto Stations

In sostanza, una serie di playlist (scambiabili tra gli utenti come le figurine) senza dover scegliere artisti o canzoni specifiche e con la possibilità, mutuata da Netflix & C., di riprendere l’ascolto del flusso da dove si era interrotto.

Shut down

Il suo pubblico non pare però aver apprezzato il progetto, che infatti verrà chiuso.

Dai test si impara

“Conduciamo regolarmente test per fornire ai nostri utenti una migliore user experience. Alcuni di questi aprono la strada a soluzioni più ampie, altri sono apprendimenti importanti. Spotify Stations Beta è stato uno di quei test”, è stato il commento dell’OTT.

Cambiamento di strategia

Spotify, tuttavia, nonostante gli sbandamenti su più fronti, non abbandonerà completamente la competizione con la radio: presto saranno testati altri mix di news, approfondimenti specifici e musica profilati sull’utenza.

Rotta per l’app

E le stesse stations dovrebbero poter essere trasferite sull’app tradizionale di Spotify.

La guerra continua

Tuttavia, il fatto che Spotify abbia perso una battaglia contro la Radio, non significa che abbia cessato le iniziative: la competizione prosegue sul piano pubblicitario (ricordiamo l’aggressiva campagna “Dimenica la radio“) e sui podcast.

Festeggiamenti

Bene quindi, per i radiofonici, brindare, ma non a lungo. Gli editori devono mettersi subito al lavoro per armarsi in vista dei prossimi attacchi al dominio del medium radio. Che ci saranno; questo è certo.

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In collaborazione con: newslinet.com

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